La plastica è stata da ispirazione per molti artisti che hanno realizzato le proprie opere a partire da rifiuti e imballaggi. Un vero e proprio modo innovativo di fare l’arte. Il messaggio che si vuole lanciare appare molto chiaro: se riciclati, i rifiuti hanno un valore incredibile, proprio come un’opera d’arte.
Ma non sono solo gli artisti di oggi ad usare materiali di riciclo per fare arte. Ci sono illustri esempi anche nel passato. Lasciandoci ispirare da un laboratorio proposto dal PAC di Milano (Padiglione di Arte Contemporanea) le classi terze della scuola secondaria di I grado di Cologno Monzese sono partite dall’analisi di alcune sculture di Picasso, realizzate con materiali di riciclo:
- Testa di toro (sellino di bici e manubrio);
- Babbuino con cucciolo (testa con due macchinine).
Legando queste opere, alla passione di Picasso per le maschere africane, siamo passati a considerare un artista contemporaneo africano, Romuald Hazoumè.
Hazoumè usa il “bidon” o tanica di plastica, quella usata generalmente per il trasporto di liquidi che viene impiegata e piegata, scaldandola e donandole una nuova forma.
Nelle sue installazioni le forme plasmate danno espressione nuova ai temi più vivi e attuali della società moderna guardando sempre alla tradizione africana di maschere magiche usate nei rituali Bambara (Benin).
E’ stato quindi chiesto ai ragazzi di realizzare anche loro le proprie maschere o sculture in materiali plastici di riciclo, partendo ovviamente dalla raccolta di questi materiali a casa. In piccolo gruppo, hanno elaborato le proprie opere, sperimentando l’uso anche della colla a caldo per saldare i vari pezzi.
Al termine del lavoro, un gruppo ha deciso di “animare” le proprie opere in un breve trailer divertente. Non resta che mettervi comodi e guardare il risultato finale!
Il video integrale del laboratorio:
Il trailer – “La mucca cornuta”: